
Parla Lucio Petrizzi, dimenticò la figlia in auto
"I colleghi sono diventati in un istante il mio pensiero prevalente e seguendo quel pensiero sono entrato nel cortile dell'università e ho parcheggiato. E' un meccanismo neurofisiologico, si disconnette la coscienza, si fanno le cose in automatico. Li ho salutati, siamo saliti insieme in ufficio, avevo in testa quello che dovevamo fare durante la mattina. Elena era scomparsa dalla mia mente, per me era all'asilo, al sicuro". A parlare è Lucio Petrizi, docente di chirurgia veterinaria, che nel 2011 dimenticò in auto la figlia di 18 mesi, Elena, morta di asfissia dopo 3 giorni in cui i medici hanno tentato in tutti i modi di rianimarla. "Ricordo che fino a metà del tragitto Elena cantava Pippi Calzelunghe assieme a me, ricordo il rallentare del canto... Ho pensato che si fosse addormentata e ho continuato a guidare verso l'asilo..."