
Vittime dimenticate in auto, un'idea per salvarli
Era il 18 Giugno 2013 pochi giorni dopo il caso del piccolo Luca e Tiberio Timperi propone un'idea molto simile a quella che poi è diventato il nostro Remmy!
Due settimane fa. Luca, figlio di Andrea. Per sempre. Non e' la prima volta che un genitore dimentica il figlio in auto. Uno psicologo mi ha raccontato che per quanto assurdo sembri, puo' accadere. A chiunque, considerati i folli ritmi della vita di oggi. Tragiche e devastanti le conseguenze. Per chi muore. Per chi resta. E per chi ha un cuore. A prescindere che abbia un figlio o meno. Quando due settimane fa ho ascoltato la notizia ho subito cambiato canale, trascurato per un paio di giorni, i quotidiani ma soprattutto, abbracciato forte mio figlio. La lista delle vittime fa male. Catania, Andrea. Merate, Maria. Teramo, Elena. Passignano, Jacopo. Una catena di dolore di cui la stampa inizia ad occuparsi nel 1998. Padri smemorati, madri distratte. La distrazione non concede scampo a nessuno.
Ci penso. Con il cuore stretto. Da padre e appassionato di motori, mi viene in mente una soluzione banale. La confido ad un alto dirigente del mondo dell'auto che non solo apprezza ma promette di far valutare concretamente dai suoi uomini. Ed allora. Considerato che gran parte dei seggiolini e dei rialzi usa la cintura di sicurezza, perche' non far scattare un allarme quando, tolta la chiave dal quadro, una cintura di sicurezza e' ancora allacciata? Si tratta di un semplice e banale collegamento su un circuito gia' esistente. Lo preferisco al petulante cicalino che avvisa di aver lasciato le luci di posizione accese. Una batteria scarica si sostituisce. Una vita umana, un figlio, mai.Tiberio Timperi
Fonte: Repubblica Motori