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Teramo - Lasciata in auto, la piccola Elena è morta


La piccola Elena Petrizzi è morta. A comunicarlo, intorno alla mezzanotte, è stata la Direzione sanitaria del presidio materno-infantile Salesi di Ancona. La morte cerebrale della bambina di 22 mesi è stata dichiarata alle 17. Subito dopo è scattato il periodo di osservazione di sei ore, seguito dalla competente commissione medico legale, che alle 23 ha accertato il decesso. Il 18 maggio scorso Elena era stata dimenticata per cinque ore in auto dal padre, a Teramo. L'uomo era andato a lavorare convinto di aver già accompagnato la piccola alla scuola materna. La bambina di 22 mesi non ha mai superato lo stato di coma, nonostante un intervento chirurgico cui è stata sottoposta nelle ultime ore per ridurre un vasto edema cerebrale.

LA MADRE SCAGIONA IL MARITO - «Mio marito è un padre esemplare, non ha nessuna colpa» ha detto, Chiara Sciarrini, la madre della bimba. La donna, in lacrime, ha letto un messaggio davanti alle telecamere: «Non c'entra nulla. Non ho mai accusato Lucio e mai lo farò perché lui non è colpevole».

EDEMA CEREBRALE- Le condizioni della piccola Elena erano apparse disperate sin da subito. «L'elettroencefalogramma della bambina non è normale, ma non è piatto», aveva spiegato sabato pomeriggio la Direzione sanitaria del Salesi di Ancona. «L'intervento di decompressione cerebrale effettuato venerdì nel tardo pomeriggio - spiegava un bollettino medico emesso in mattinata - ha evidenziato un imponente edema cerebrale. Questo si inserisce in una situazione di insufficienza renale». Le condizioni della bambina erano pertanto definite «gravissime».

DONATI GLI ORGANI - Elena ha donato il cuore, il fegato e i reni. «Da questa morte nasce la vita, e i genitori hanno dato prova di generosità sconfinata, un gesto prezioso», ha detto la dottoressa Francesca De Pace, che cura il coordinamento dell'attività di trapianto. Accanto a lei il dottor Leonardo Incicchitti, della Direzione medica di presidio del Salesi e il dottor Fabio Santelli, responsabile facente funzione dalla Rianimazione. I tre sanitari sono apparsi molto provati dal dramma della bimba e dei suoi genitori: «In 23 anni di trapiantologia - ha commentato la De Pace - no ho mai visto una bambina così piccola, è stata molto dura anche per noi». Per le situazioni pediatriche, ricorda l'ospedale, la lista è nazionale: il fegato della bimba «è stato destinato a Torino, il cuore a Bergamo, mentre i reni a Roma».

Fonte: Corriere della Sera

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